Quando si parla di biopunk (una parola formata dalla combinazione delle parole “biotecnologia” e “punk”) si parla di movimento tecnoprogressista che sostiene il libero accesso alle informazioni genetiche. Gli hobbisti del Biopunk portano avatnti esperimenti con il DNA e con altri aspetti della genetica.

Legato al biopunk c’è la bioinformatica, ovvero una disciplina della scienza che si occupa di trovare soluzione ai problemi genetici usando l’informatica. Si parla anche di biohacker, un hobbista biopunk che, in maniera simile ad un hacker di computer, crea e modifica software o hardware come hobby. Non è un termine che deve essere confuso con il bioterrorismo, il cui unico intento è libera virus, batteri o altri germi utilizzati per provocare malattia o morte.
Il movimento biopunk è un piccolo movimento intellettuale e culturale che comprende un numero crescente di scienziati, artisti e critici culturali che si organizzano per sensibilizzare il pubblico sulle informazioni genomiche. Il mezzo con il biopunk opera, come detto, è quello dello biotecnologie, che sono spesso usate nel settore agroalimentare per poter migliorare il ruolo dei microrganismi in questo settore. In maniera particolare la biotecnologia si applica ai processi di fermentazione del vino e della birra.

Tra i settori biotecnologici più interessanti, anche per operare in maniera “fai da te”, vediamo le biotecnologie marine, le biotecnologie ambientali e quelle agroalimentari.

Con il termine biopunk, infine, ci si riferisce anche ad un sottogenere di fantascienza cyberpunk che si concentra sulle conseguenze non intenzionali della rivoluzione biotecnologica in seguito alla scoperta del DNA ricombinante, ovvero un DNA ottenuto in maniera artificiale tramite la combinazione di diverso materiale genetico. La velocità di sviluppo di questa parte della scienza è decisamente rapida che un futuro in cui siti dedicati ai prodotti fai da te, come DayByDay e WikiHow,  ospiteranno anche prodotti Biopunk non è poi così lontano ed inimmaginabile.